Dottor Vacchi, cominciamo con un breve cenno alla storia del Patrimonio Industriale di Bologna.
Bologna ha cominciato ad essere consapevole del proprio Patrimonio Industriale dagli anni Novanta, grazie al professor Roberto Curti, allo storico Carlo Poni e all’economista Alberto Guenzi, i quali hanno scoperto le origini del fenomeno della competenza tecnico-meccanica bolognese partendo dalla storia delle scuole Aldini Valeriani. Dalle loro ricerche è emerso che a Bologna esisteva un distretto industriale nato 200 anni prima dei distretti industriali inglesi. Fu così che all’interno di uno spazio messo a disposizione dal Comune, la Fornace Galotti, si è ricostruita la storia di Bologna con la prima mostra dal titolo Fare macchine automatiche. Fino agli anni Novanta, nessuno sapeva che Bologna era la capitale mondiale dell’automazione industriale, mentre oggi questo fenomeno è assolutamente riconosciuto.
Secondo lei su che cosa bisognerebbe puntare per sostenere le imprese e il loro futuro?
Per sostenere il futuro delle imprese bisogna sostenere i giovani e noi per i giovani facciamo poco. L’offerta formativa c’è, ed è anche più della domanda: l’Emilia-Romagna, per esempio, ha un’offerta formativa che è 1,6 volte la domanda. Siamo, però, incapaci di produrre dei corretti sistemi di orientamento, e questo è il primo tema. Dalle scuole medie le ragazze sono tutte orientate verso un tipo di Facoltà che le allontana gradualmente dal sistema industriale, quando in realtà si dovrebbero valorizzare le loro capacità, che sono notevolissime, e farle arrivare all’industria come funzionarie in carriera, direttrici di funzione, e non soltanto come coordinatrici di attività secondarie.
In generale, poi, i giovani avrebbero bisogno prima di tutto di un tipo di formazione che includa al proprio interno la capacità, l’empowerment, di diventare imprenditori di se stessi. Un po’ di imprenditorialità andrebbe inserita in tutto il percorso di studi, delle medie alle scuole superiori. Questo è un torto che noi facciamo ai giovani, tenendoli esclusi dal sistema sociale.
Perché è importante la scelta della formazione tecnica?
Il sistema industriale dell’Emilia-Romagna produce il 75% della ricchezza della Regione. È un sistema peculiare che non è basato sull’economia di scala ed è molto affidato alla partecipazione personale. Sono 7.000 le imprese che in Emilia-Romagna si occupano di tecnologia, suddivise in quattro settori che sono l’automazione industriale – il più grosso – l’automotive, le macchine utensili e la meccanotronica. Ci sono circa 400 aziende con un marchio che esporta e che è noto, affiancate da oltre 6.000 piccole, piccolissime aziende, formate anche da una sola persona, che si occupano di subfornitura, spesso qualificatissima. Quindi ci sono grandi aziende che producono la loro notorietà e la relazione con il mercato mondiale, mentre tutte le altre si occupano di prodotto, collaborando spesso tra di loro in un sistema distrettuale intrecciato molto complesso ed estremamente efficiente, che tutto il mondo ci invidia.
Parliamo del Gruppo L’OPEROSA. Quale contributo può dare all’Associazione Amici del Museo del Patrimonio Industriale?
Per rispondere a questa domanda basta vedere come in questi anni il Gruppo L’OPEROSA è arrivato ad avere 3.000 dipendenti, si è notevolmente diversificato e ha capito che il sistema industriale di questa Regione può avvalersi non soltanto di un’azienda specializzata in un’attività specifica, ma di un’azienda capace di risolvere molti problemi. Quindi un’azienda di servizi capace di gestire su più fronti la complessità: le aziende che crescono, infatti, sono quelle che offrono linee complete di tecnologia. L’OPEROSA è in grado di fare da General Contractor, è in grado di risolvere problemi di gestione sia hard che soft del Facility Management ed è questa la maniera che ha per inserirsi, ovvero assomigliare sempre di più al tessuto industriale del territorio. L’unico modo corretto per fare servizi è assomigliare strutturalmente alle aziende alle quali ci si rivolge: questa è la forza de L’OPEROSA.
Quali sono le aspettative di collaborazione con L’OPEROSA?
L’Associazione Amici del Museo del Patrimonio Industriale ha un progetto di cultura industriale che ha come obiettivo quello di discutere i problemi inerenti alla conservazione e allo sviluppo futuro storico del nostro Patrimonio Industriale. Ci sono pochi posti dove si trattano i problemi della cultura industriale e noi ci candidiamo ad essere quello più importante. Le imprese del territorio sanno che le prospettive tecnologiche del futuro, così come i limiti del nostro sistema socioeconomico, hanno bisogno di un luogo dove possono essere affrontati in maniera obiettiva. In questi ultimi mesi abbiamo parlato di alcune tecnologie innovative legate alla digitalizzazione, del problema delle dimissioni silenziose, dell’adesione delle nuove generazioni al sistema economico industriale e della sostenibilità. Ogni anno questi temi vitali per il sistema imprenditoriale li vogliamo rivedere nei loro processi evolutivi e su questo abbiamo un piano triennale. Le aziende sono contente di aderire perché sanno che queste questioni possono trovare soluzioni alternative o comunque ambiti di discussione all’interno dei quali l’Associazione Amici del Museo del Patrimonio Industriale cerca di moderare le problematiche nate da una crescente disaffezione al lavoro industriale.
IL PODCAST “FABBRICHIAMO IL FUTURO“
Dalla tradizione industriale bolognese, il rinnovamento della cultura tecnica. Nuove competenze e nuovi approcci nella diffusione del sapere.
Oggi le aziende emiliano romagnole sono, più di ieri, alla ricerca di figure professionali che faticano a trovare per la mancanza di iscrizioni presso gli Istituti Tecnici. Inoltre, la mancata conoscenza delle prospettive lavorative nel mondo aziendale da parte dei giovani, crea l’impossibilità di poter affrontare un cambio generazionale oramai impellente.
Attraverso il progetto IL PODCAST “FABBRICHIAMO IL FUTURO” si vuole, grazie ad uno strumento multimediale molto in uso tra i giovani, far comprendere la storia del territorio e l’innovazione che si sta compiendo, nonché approfondire le tematiche formative che interessano ai docenti per valorizzare ancora di più i temi su cui le grandi, medie e piccole aziende stanno investendo per affrontare in maniera adeguata il futuro.
I area tematica
Attraverso il materiale del Museo del Patrimonio Industriale si porterà a conoscenza degli utenti la storia del territorio con approfondimenti sulle figure, le aziende e le innovazioni che lo hanno reso competitivo e che ne hanno creato la sua ricchezza.
II area tematica
Interviste a figure di spicco del mondo accademico ed industriale per far conoscere le tecnologie in uso e quelle del futuro sperimentate dalle aziende.
III area tematica
Si creeranno approfondimenti su tematiche tecniche che i ragazzi studiano negli Istituti Tecnici e che saranno analizzati sia da figure che ricoprono ruoli tecnici all’interno dei settori dell’R&D delle aziende socie, sia da collaboratori accademici con cui l’Associazione Amici del Museo del Patrimonio Industriale è in contatto.
Una collaborazione vincente: L’OPEROSA e l’Associazione Amici del Museo del Patrimonio Industriale di Bologna per la crescita dei giovani nel settore tecnico
Nel 2023 L’OPEROSA si è unita all’Associazione Amici del Museo del Patrimonio Industriale di Bologna come socia, aprendo le porte a una nuova e promettente collaborazione. Questa partnership rappresenta una grande opportunità poiché consente di favorire e sostenere la formazione tecnica dei giovani. L’OPEROSA è fermamente convinta dell’importanza della formazione tecnica come pilastro fondamentale per la crescita e il successo delle future generazioni. Grazie al sostegno dell’Associazione Amici del Museo del Patrimonio Industriale sarà in grado di offrire ai giovani talenti la possibilità di sviluppare competenze tecniche e professionali nel settore industriale, con l’obiettivo di poterli inserire all’interno dell’organizzazione. L’OPEROSA è consapevole che i giovani rappresentano il futuro del Paese e crede nel loro straordinario potenziale. Attraverso questa collaborazione, intende fornire loro solide basi per un futuro promettente nel mondo del lavoro, investire nel loro talento e sostenere il loro percorso di crescita professionale.